mercoledì 21 ottobre 2020

#7 - Il mito

 Come abbiamo avuto modo di constatare in alcuni dei post precedenti, la fotogrammetria viene inizialmente utilizzata principalmente per scopi bellici: dalla fine dell'Ottocento agli inizi del Novecento molti conflitti diventano una sfida tecnologica ed industriale tra due Nazioni che si contendono il controllo di aree ricche di risorse o fortemente industrializzate.

Nei primi anni della Prima Guerra Mondiale infatti, dopo l'iniziale spinta da parte dei tedeschi, si delinea immediatamente uno scenario di guerra di logoramento ben diverso dagli schemi bellici del secolo precedente che vedevano i due schieramenti affrontarsi a viso aperto in ampi spazi. Per questo motivo la conoscenza del territorio e della sua topografia si rivela da subito un aspetto cruciale per massimizzare lo sforzo militare e ottimizzare l'elaborazione strategica e anche in questo caso la Grande Guerra si comporta come un banco di prova per gli ingegneri delle forze dell'Alleanza e dell'Intesa alla ricerca di ogni vantaggio possibile.

Fotografo inglese a bordo di un aereo di ricognizione


È così che nasce un ramo che fino a questo momento nella Storia non ha mai avuto nessun esercito al mondo: l'aviazione, un nuovo settore in rapido sviluppo impiegato nelle ricognizioni e sorveglianza sui territori nemici. Naturalmente una visuale dall'alto aiuta nell'analisi topografica del territorio ai fini citati in precedenza, tuttavia entrambi gli schieramenti non permetteranno mai una facile ricognizione fotogrammetrica all'esercito nemico, per questo inizia la corsa agli armamenti per la conquista dei cieli.

Fotografia aerea di un campo di battaglia


Analisi, eserciti, strategia e tecnologia però sono concetti molto lontani dal mondo della narrazione e non si prestano bene alla scrittura di un racconto, tuttavia una persona che nasce da questo contesto storico è Manfred Von Richthofen, un nome che a primo impatto può essere un altro dei nomi che si possono comunemente trovare in un libro di Storia. 

Manfred Von Richthofen


La leggenda infatti ricorda l'asso dell'aviazione noto come Barone Rosso, tanto che anche chi non ha nessuna conoscenza storica a riguardo ha già associato questo nome in codice ad echi del mito tramandati da più di cento anni: aviatore, coraggio, astuzia, velocità, superamento dei limiti sono invece concetti che in una storia hanno sicuramente più impatto sul pubblico ed ecco che un'altra insipida storia di guerra diventa invece immortale.

Il Barone Rosso con il triplano Fokker Dr.1


Manfred Von Richthofen, nome in codice Barone Rosso (Rote Kampfflieger, il combattente rosso in tedesco), comandante del famigerato squadrone del Circo Volante, sulle orme dei piloti dei primi anni della guerra porta la strategia formulata dall'aviazione tedesca su nuovi livelli arrivando a vantare 80 abbattimenti confermati e raggiungendo lo status di leggenda. In pochi anni spinse la macchina bellica tedesca a nuovi livelli tecnologici costringendo inglesi e francesi a inseguire per non perdere il fronte aereo. A soli 25 anni era già famoso in tutto il mondo, aveva ricevuto la Pour le mérite, la più alta onoreficenza militare tedesca e alla morte ricevette dai soldati inglesi un funerale con tutti gli onori militari ma a quel punto era già diventato leggenda.

Fonti:

https://marcocrupi.it/2016/07/la-fotografia-aerea-origini-ed.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Terra_di_nessuno

https://it.wikipedia.org/wiki/Manfred_von_Richthofen


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