Ventimila leghe sotto i mari è un classico della scrittura di Jules Verne e tra le sue pagine si ritrovano molti temi ricorrenti nei libri dell'autore francese: l'esplorazione del mondo naturale ma anche una più critica analisi della persona che si pone come complemento all'avventura stessa portando personaggi dal carattere complesso in un ambiente sconosciuto o pericoloso.
Volendo mantenere l'attenzione sulle cose e sul loro ruolo nella società, altrettanto interessante risulta il ruolo dell'oggetto più famoso del libro: il leggendario Nautilus.
Illustrazione dell'omonimo film Disney raffigurante il Nautilus |
Il Nautilus infatti viene descritto in numerosi modi durante la narrazione, da animale marino a pericolosa arma nelle mani di un nemico sconosciuto, toccando anche interpretazioni più romantiche una volta che la trama ingrana e i personaggi vengono inseriti nel contesto del misterioso regno sottomarino del mitico capitano Nemo, vera anima del sottomarino. Il lettore infatti non ha problemi a riconoscere il sommergibile come una casa o un rifugio per tutti i marinai che hanno deciso di lasciarsi alle spalle la corrotta società umana in virtù di una più retta condotta nell'isolamento degli abissi con la sola presenza dei propri compagni marinai.
Con il passare dei capitoli tuttavia, un'ulteriore chiave di lettura emerge e si fa largo prepotentemente all'attenzione del lettore: il prodigio tecnologico non è solo una prigione per i protagonisti, trattenuti contro la loro volontà per non compromettere la segretezza del Nautilus, ma risulta una forma di reclusione per Nemo stesso, prigioniero fisicamente del Nautilus e spiritualmente del suo passato turbolento da cui si è allontanato anni prima.
Il Nautilus dunque si presenta come un'incredibile prodigio tecnologico, incompreso dai più che lo scambiano per un grosso cetaceo, temuto senza dubbio in quanto alcuni ritengono essere una pericolosa arma, ma in realtà è una casa per un ristretto gruppo di persone che sfrutta la propria dimora per raggiungere luoghi incontaminati, alla ricerca di una forma di pace che solo la natura può offrire.
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