Nel corso del Novecento, molti strumenti di cartografia sono stati aggiornati e migliorati (specialmente nel dopoguerra) per una migliore integrazione con le tecnologie moderne, tuttavia lo stereomicrometro ha mantenuto tutti gli elementi fondamentali praticamente invariati.
Stereomicrometro, dettaglio della barretta che unisce le due marche (1) |
Il principio di funzionamento infatti non richiede componenti particolari al di fuori dei due riferimenti ottici, che andranno a costituire la marca mobile in fase di misura, connessi da una barra graduata utilizzata per la misurazione della distanza, perciò tutte le appendici aggiunte allo strumento hanno il semplice e preciso scopo di migliorarne l'efficacia.
La manopola dentata sulla destra ha precisamente questa funzione: ruotandola si può modificare leggermente la distanza tra i due riferimenti e, seguendo la scala numerata associata si può tenere conto della variazione sopra citata permettendo un controllo maggiore sulle modifiche apportate, oltre che una maggiore precisione nella lettura della misurazione. Il dispositivo di blocco (opzionale) inoltre permette di mantenere fissa la lunghezza desiderata per verificare la presenza di più punti sulla stessa coordinata della profondità nella medesima coppia di fotogrammi, funzione particolarmente utile per il tracciamento di curve di livello in topografia, oltre che evitare possibili movimenti involontari dei riferimenti.
Dettaglio della manopola e delle relative scale di misura associate al riferimento destro |
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